ALZHEIMER: LE CAUSE

31.10.2013 23:01

 

Il 99% dei casi di malattia di Alzheimer è "sporadico", ossia si manifesta in persone che non hanno una chiara familiarità. Solo l'1% dei casi di malattia di Alzheimer è causata da un gene alterato che ne determina la trasmissione da una generazione all'altra. Ad oggi sono note alterazioni di tre diversi geni che possono portate alla malattia di Alzheimer. La causa sia dei casi sporadici che di quelli familiari pare risiedere in un'alterazione del metabolismo di una proteina, detta APP (proteina pecursore di beta amiloide) che per ragioni ancora ignote a un certo momento della vita inizia ad essere metabolizzata in modo alterato, portando alla formazione di una sostanza neurotossica (appunto la beta amiloide) che si accumula lentamente nel cervello portando a morte neuronale progressiva.
   Vedi anche IN PRIMO PIANO.

Esistono inoltre alcuni fattori di rischio, fattori cioè che determinano una generica predisposizione allo sviluppo della malattia, leggermente superiore a quella manifestata da soggetti che non presentano tali fattori (Vedi anche: Alzheimer e test genetici).

Generalmente, le forme ereditarie hanno un'alta penetranza, cioè molte persone di una famiglia (3 o più) sono colpite dalla malattia. Inoltre, la maggior parte delle forme ereditarie esordiscono in età relativamente giovanile (prima dei 65-70 anni) e l'età di esordio dei primi disturbi è relativamente stabile all'interno della stessa famiglia. Maggiore è il numero di persone affette nella stessa famiglia e maggiore è la probabilità che la malattia abbia una causa ereditaria, così come più l'età all'esordio è giovanile e maggiore è la probabilità (Vedi anche: Alzheimer e genetica).

Esistono inoltre fattori ambientali che possono giocare un ruolo importante, come ad esempio, traumi o esposizione a sostanze tossiche (alluminio, idrocarburi aromatici). Il fattore di rischio più rilevante è l'età: come ampiamente dimostrato da numerosi studi, l'incidenza e la prevalenza di questa malattia aumenta marcatamente con l'età.

Vedi anche:
 A) Alzheimer e amianto .
B) Frutta e verdura come fattori protettivi.
C) Il succo di melograno protegge dall'Alzheimer?

Un alto grado di istruzione e un'occupazione che richieda un elevato livello di attività cognitiva sembra avere un effetto protettivo sull'insorgenza della demenza, in quanto aumenta l'efficienza dei circuiti neuronali e la cosiddetta brain reserve, ossia la capacità del cervello di attivare al bisogno circuiti neuronali alternativi. Va però sottolineato che anche persone che non abbiano un livello culturale o occupazionale elevato hanno le medesime possibilità di proteggere la propria efficienza intellettiva mantenendosi mentalmente attivi attraverso attività che tengano il cervello in esercizio e stimolino le capacità cognitive superiori.
Per l'insorgenza di demenze diverse da quella di Alzheimer, come la demenza vascolare, è determinante la presenza di fattori di rischio vascolare, quali il fumo, l'ipercolesterolemia, l'ipertensione, l'obesità e la presenza di patologie concomitanti importanti come il diabete mellito e le cardiopatie.

 

A) Alzheimer e amianto

L'amianto è stato identificato, come sostanza nociva per gli esseri umani tanto che uno dei tumori più aggressivi,
noto come "mesotelioma pleurico", ne è la diretta conseguenza.
Devo però dirle che, se per il mesotelioma pleurico il collegamento con l'amianto è assolutamente diretto
e di natura causale, ciò non è altrettanto vero per l'Alzheimer: l'amianto è, infatti, uno dei tanti fattori
di rischio incriminati, insieme all'esposizione a ferro, rame, alluminio, solventi, campi elettromagnetici,
aspartame, addirittura l'esposizione alla vaccinazione antinfluenzale, oppure a parecchie otturazioni dentali,
sono tra i fattori (non cause) correlati allo sviluppo dell'Alzheimer, oltre a
innumerevli altri fattori, più o meno fantasiosi. Purtroppo, nessuno di questi fattori è stato
confermato in più di uno studio - cosa indispensabile per essere sicuri che si tratti di
un'osservazione reale. L'Alzheimer è una malattia molto complessa ed a probabile genesi
multifattoriale ma le osservazioni sull'amianto non ci permettono di ascriverlo tra le cause certe del
suo sviluppo. Spero di esserle stata utile.
IRCCS Fatebenefratelli di Brescia
 

B) Frutta e verdura come fattori protettivi.

 

LA FRUTTA E LA VERDURA POSSONO AUTARE A PREVENIRE L'ALZHEIMER? 
Quel che mangiamo non è importante solo per il nostro girovita, bensì influenza anche il nostro cervello. La dieta, infatti, è uno dei primi fattori dello stile di vita che determinano il rischio di sviluppare l’Alzheimer ed il collegamento tra dieta e demenza rappresenta un campo di ricerche in continua crescita: un già ampio corpo di prove scientifiche provenienti da studi animali e di popolazione mostra che quando si tratta di Alzheimer, ciò che mangiamo conta e anche la frutta e la verdura giocano un ruolo importante per la nostra salute cognitiva. Le verdure e i frutti di colore scuro sembrano essere un ottimo ausilio per il mantenimento dell'efficacia cognitiva; non tutti in Italia sanno che, all'interno della campagna “Maintain your Brain” (Mantenete in forma il vostro cervello), l’Alzheimer’s Association (la più importante associazione non‐profit dedicata alla malattia di Alzheimer in America) ha redatto una lista di verdure e frutta che stimolano la salute cognitiva. Tra di esse ci sono la rucola, il cavolo nero, cinese e riccio, i cavolini di Bruxelles e la rapa (le cosiddette verdure "crucifere"), assieme al peperone, alla melanzana, alla cipolla ed agli spinaci (verdure "non crucifere"). Per quanto riguarda la frutta, vale la regola che "più è intenso il colore naturale, più la nostra salute ne avrà da guadagnare" e allora porte aperte a mirtilli, more, ciliegie, uva nera, arance, prugne, lamponi e fragole. La chiave del potere cognitivo di questa frutta e verdura è l’essere ricche di antiossidanti protettivi (responsabili proprio del loro colore acceso), ed è il  motivo che le rende utili essendo gli antiossidanti quelle sostanze naturali capaci di ridurre lo stress ossidativo causato dalle reazioni chimiche nelle nostre cellule e responsabile dell'invecchiamento e del collasso cellulare. Poichè gli scienziati ritengono che lo stress ossidativo all’interno delle cellule cerebrali possa essere implicato nel collasso neuronale associato all’esordio della demenza e dell’Alzheimer, assumere frutta e verdura del tipo "giusto" potrebbe aiutarci a proteggere il nostro cervello dalle malattie neurodegenerative associate all'età.
IRCCS Fatebenefratelli di Brescia
 

C) Il succo di melograno protegge dell'Alzheimer?

 

Il succo di melograno sta guadagnando sempre più "punti" nel complesso gioco dela salute fisica e cognitiva per due motivi essenziali: non solo infatti è ricco di resveratrolo, una sostanza che si trova anche nel vino rosso e nell'uva utilizzata per farlo e che sembra capace di rallentare lo sviluppo delle placche di beta amiloide che si formano nel cervello colpito dall'Alzheimer, promuovendone la degradazione; inoltre, sembra anche possedere parecchi anti‐ossidanti. Bere succo di melograno regolarmente pare  essere  collegato a  un  abbassamento del  colesterolo, colpevole spesso  di  malattia cardiaca e di infarto. Inoltre, uno studio dalla Loma Linda University ha suggerito che la somministrazione di succo di melograno ai topi geneticamente modificati per dsviluppare l’Alzheimer riduce la quantità ella proteina  tossica  beta  amiloide  rinvenuta  nei  loro  cervelli  all’autopsia. Sembra  quindi  che  il  succo  di melograno possieda meccanismi multipli per proteggere il cervello e il corpo. Cin Cin!
IRCCS Fatebenefratelli di Brescia