Parkinson Farmaci

 

Salve, vi diamo alcune indicazioni dei farmaci riguardanti il Morbo di Parkinson:

L'elenco dei farmaci è indicato più in basso con i collegamenti direttamente al sito.

 

 

Terapie farmacologiche

Non sempre quando viene formulata la diagnosi di malattia di Parkinson occorre iniziare subito una terapia. Medico e paziente decidono insieme quando i sintomi diventano tanto gravosi da rendere necessaria la somministrazione di farmaci. Ciò dipende tra l’altro anche dalla situazione professionale, sociale o strettamente personale del malato.

Spetta ai medici curanti (nel caso ideale un neurologo in collaborazione con il medico di famiglia) stabilire individualmente per ciascun paziente – alla luce della sintomatologia e della sua intensità – quali farmaci o combinazioni di farmaci, e in quale posologia, occorre prescrivere.

Di norma la terapia farmacologica viene avviata lentamente e a piccole dosi, poiché non tutti i pazienti denotano la stessa reazione a un determinato medicamento, e in alcuni si manifestano addirittura segni di intolleranza (ad es. allergie o gravi effetti secondari).

Una terapia farmacologica efficace è il risultato di una collaborazione intensa fra medico e paziente. Si consiglia inoltre di tenere un “diario del trattamento”: più informazioni si raccolgono per il medico, meglio è.

I farmaci o i gruppi di farmaci enumerati qui di seguito sono attualmente disponibili in molti Paesi ma hanno nomi diversi a seconda del Paese, anche se contengono gli stessi principi attivi. Taluni farmaci antiparkinsoniani, inoltre, non sono ammessi in tutti i Paesi.

- See more at: https://www.parkinson-italia.it/parkinson/le-cure/terapie-farmacologiche#sthash.mddNSNqb.dpuf

Terapie farmacologiche

Non sempre quando viene formulata la diagnosi di malattia di Parkinson occorre iniziare subito una terapia. Medico e paziente decidono insieme quando i sintomi diventano tanto gravosi da rendere necessaria la somministrazione di farmaci. Ciò dipende tra l’altro anche dalla situazione professionale, sociale o strettamente personale del malato.

Spetta ai medici curanti (nel caso ideale un neurologo in collaborazione con il medico di famiglia) stabilire individualmente per ciascun paziente – alla luce della sintomatologia e della sua intensità – quali farmaci o combinazioni di farmaci, e in quale posologia, occorre prescrivere.

Di norma la terapia farmacologica viene avviata lentamente e a piccole dosi, poiché non tutti i pazienti denotano la stessa reazione a un determinato medicamento, e in alcuni si manifestano addirittura segni di intolleranza (ad es. allergie o gravi effetti secondari).

Una terapia farmacologica efficace è il risultato di una collaborazione intensa fra medico e paziente. Si consiglia inoltre di tenere un “diario del trattamento”: più informazioni si raccolgono per il medico, meglio è.

I farmaci o i gruppi di farmaci enumerati qui di seguito sono attualmente disponibili in molti Paesi ma hanno nomi diversi a seconda del Paese, anche se contengono gli stessi principi attivi. Taluni farmaci antiparkinsoniani, inoltre, non sono ammessi in tutti i Paesi.

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Terapie farmacologiche

Non sempre quando viene formulata la diagnosi di malattia di Parkinson occorre iniziare subito una terapia. Medico e paziente decidono insieme quando i sintomi diventano tanto gravosi da rendere necessaria la somministrazione di farmaci. Ciò dipende tra l’altro anche dalla situazione professionale, sociale o strettamente personale del malato.

Spetta ai medici curanti (nel caso ideale un neurologo in collaborazione con il medico di famiglia) stabilire individualmente per ciascun paziente – alla luce della sintomatologia e della sua intensità – quali farmaci o combinazioni di farmaci, e in quale posologia, occorre prescrivere.

Di norma la terapia farmacologica viene avviata lentamente e a piccole dosi, poiché non tutti i pazienti denotano la stessa reazione a un determinato medicamento, e in alcuni si manifestano addirittura segni di intolleranza (ad es. allergie o gravi effetti secondari).

Una terapia farmacologica efficace è il risultato di una collaborazione intensa fra medico e paziente. Si consiglia inoltre di tenere un “diario del trattamento”: più informazioni si raccolgono per il medico, meglio è.

I farmaci o i gruppi di farmaci enumerati qui di seguito sono attualmente disponibili in molti Paesi ma hanno nomi diversi a seconda del Paese, anche se contengono gli stessi principi attivi. Taluni farmaci antiparkinsoniani, inoltre, non sono ammessi in tutti i Paesi.

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Terapie farmacologiche

Non sempre quando viene formulata la diagnosi di malattia di Parkinson occorre iniziare subito una terapia. Medico e paziente decidono insieme quando i sintomi diventano tanto gravosi da rendere necessaria la somministrazione di farmaci. Ciò dipende tra l’altro anche dalla situazione professionale, sociale o strettamente personale del malato.

Spetta ai medici curanti (nel caso ideale un neurologo in collaborazione con il medico di famiglia) stabilire individualmente per ciascun paziente – alla luce della sintomatologia e della sua intensità – quali farmaci o combinazioni di farmaci, e in quale posologia, occorre prescrivere.

Di norma la terapia farmacologica viene avviata lentamente e a piccole dosi, poiché non tutti i pazienti denotano la stessa reazione a un determinato medicamento, e in alcuni si manifestano addirittura segni di intolleranza (ad es. allergie o gravi effetti secondari).

Una terapia farmacologica efficace è il risultato di una collaborazione intensa fra medico e paziente. Si consiglia inoltre di tenere un “diario del trattamento”: più informazioni si raccolgono per il medico, meglio è.

I farmaci o i gruppi di farmaci enumerati qui di seguito sono attualmente disponibili in molti Paesi ma hanno nomi diversi a seconda del Paese, anche se contengono gli stessi principi attivi. Taluni farmaci antiparkinsoniani, inoltre, non sono ammessi in tutti i Paesi.

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Terapie farmacologiche

Non sempre quando viene formulata la diagnosi di malattia di Parkinson occorre iniziare subito una terapia. Medico e paziente decidono insieme quando i sintomi diventano tanto gravosi da rendere necessaria la somministrazione di farmaci. Ciò dipende tra l’altro anche dalla situazione professionale, sociale o strettamente personale del malato.

Spetta ai medici curanti (nel caso ideale un neurologo in collaborazione con il medico di famiglia) stabilire individualmente per ciascun paziente – alla luce della sintomatologia e della sua intensità – quali farmaci o combinazioni di farmaci, e in quale posologia, occorre prescrivere.

Di norma la terapia farmacologica viene avviata lentamente e a piccole dosi, poiché non tutti i pazienti denotano la stessa reazione a un determinato medicamento, e in alcuni si manifestano addirittura segni di intolleranza (ad es. allergie o gravi effetti secondari).

Una terapia farmacologica efficace è il risultato di una collaborazione intensa fra medico e paziente. Si consiglia inoltre di tenere un “diario del trattamento”: più informazioni si raccolgono per il medico, meglio è.

I farmaci o i gruppi di farmaci enumerati qui di seguito sono attualmente disponibili in molti Paesi ma hanno nomi diversi a seconda del Paese, anche se contengono gli stessi principi attivi. Taluni farmaci antiparkinsoniani, inoltre, non sono ammessi in tutti i Paesi.

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Spetta ai medici curanti (nel caso ideale un neurologo in collaborazione con il medico di famiglia) stabilire individualmente per ciascun paziente – alla luce della sintomatologia e della sua intensità – quali farmaci o combinazioni di farmaci, e in quale posologia, occorre prescrivere.

Di norma la terapia farmacologica viene avviata lentamente e a piccole dosi, poiché non tutti i pazienti denotano la stessa reazione a un determinato medicamento, e in alcuni si manifestano addirittura segni di intolleranza (ad es. allergie o gravi effetti secondari).

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Non sempre quando viene formulata la diagnosi di malattia di Parkinson occorre iniziare subito una terapia. Medico e paziente decidono insieme quando i sintomi diventano tanto gravosi da rendere necessaria la somministrazione di farmaci. Ciò dipende tra l’altro anche dalla situazione professionale, sociale o strettamente personale del malato.

Spetta ai medici curanti (nel caso ideale un neurologo in collaborazione con il medico di famiglia) stabilire individualmente per ciascun paziente – alla luce della sintomatologia e della sua intensità – quali farmaci o combinazioni di farmaci, e in quale posologia, occorre prescrivere.

Di norma la terapia farmacologica viene avviata lentamente e a piccole dosi, poiché non tutti i pazienti denotano la stessa reazione a un determinato medicamento, e in alcuni si manifestano addirittura segni di intolleranza (ad es. allergie o gravi effetti secondari).

Una terapia farmacologica efficace è il risultato di una collaborazione intensa fra medico e paziente. Si consiglia inoltre di tenere un “diario del trattamento”: più informazioni si raccolgono per il medico, meglio è.

I farmaci o i gruppi di farmaci enumerati qui di seguito sono attualmente disponibili in molti Paesi ma hanno nomi diversi a seconda del Paese, anche se contengono gli stessi principi attivi. Taluni farmaci antiparkinsoniani, inoltre, non sono ammessi in tutti i Paesi.

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Spetta ai medici curanti (nel caso ideale un neurologo in collaborazione con il medico di famiglia) stabilire individualmente per ciascun paziente – alla luce della sintomatologia e della sua intensità – quali farmaci o combinazioni di farmaci, e in quale posologia, occorre prescrivere.

Di norma la terapia farmacologica viene avviata lentamente e a piccole dosi, poiché non tutti i pazienti denotano la stessa reazione a un determinato medicamento, e in alcuni si manifestano addirittura segni di intolleranza (ad es. allergie o gravi effetti secondari).

Una terapia farmacologica efficace è il risultato di una collaborazione intensa fra medico e paziente. Si consiglia inoltre di tenere un “diario del trattamento”: più informazioni si raccolgono per il medico, meglio è.

I farmaci o i gruppi di farmaci enumerati qui di seguito sono attualmente disponibili in molti Paesi ma hanno nomi diversi a seconda del Paese, anche se contengono gli stessi principi attivi. Taluni farmaci antiparkinsoniani, inoltre, non sono ammessi in tutti i Paesi.

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Spetta ai medici curanti (nel caso ideale un neurologo in collaborazione con il medico di famiglia) stabilire individualmente per ciascun paziente – alla luce della sintomatologia e della sua intensità – quali farmaci o combinazioni di farmaci, e in quale posologia, occorre prescrivere.

Di norma la terapia farmacologica viene avviata lentamente e a piccole dosi, poiché non tutti i pazienti denotano la stessa reazione a un determinato medicamento, e in alcuni si manifestano addirittura segni di intolleranza (ad es. allergie o gravi effetti secondari).

Una terapia farmacologica efficace è il risultato di una collaborazione intensa fra medico e paziente. Si consiglia inoltre di tenere un “diario del trattamento”: più informazioni si raccolgono per il medico, meglio è.

I farmaci o i gruppi di farmaci enumerati qui di seguito sono attualmente disponibili in molti Paesi ma hanno nomi diversi a seconda del Paese, anche se contengono gli stessi principi attivi. Taluni farmaci antiparkinsoniani, inoltre, non sono ammessi in tutti i Paesi.

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Spetta ai medici curanti (nel caso ideale un neurologo in collaborazione con il medico di famiglia) stabilire individualmente per ciascun paziente – alla luce della sintomatologia e della sua intensità – quali farmaci o combinazioni di farmaci, e in quale posologia, occorre prescrivere.

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Di norma la terapia farmacologica viene avviata lentamente e a piccole dosi, poiché non tutti i pazienti denotano la stessa reazione a un determinato medicamento, e in alcuni si manifestano addirittura segni di intolleranza (ad es. allergie o gravi effetti secondari).

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I farmaci o i gruppi di farmaci enumerati qui di seguito sono attualmente disponibili in molti Paesi ma hanno nomi diversi a seconda del Paese, anche se contengono gli stessi principi attivi. Taluni farmaci antiparkinsoniani, inoltre, non sono ammessi in tutti i Paesi.

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Spetta ai medici curanti (nel caso ideale un neurologo in collaborazione con il medico di famiglia) stabilire individualmente per ciascun paziente – alla luce della sintomatologia e della sua intensità – quali farmaci o combinazioni di farmaci, e in quale posologia, occorre prescrivere.

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Di norma la terapia farmacologica viene avviata lentamente e a piccole dosi, poiché non tutti i pazienti denotano la stessa reazione a un determinato medicamento, e in alcuni si manifestano addirittura segni di intolleranza (ad es. allergie o gravi effetti secondari).

Una terapia farmacologica efficace è il risultato di una collaborazione intensa fra medico e paziente. Si consiglia inoltre di tenere un “diario del trattamento”: più informazioni si raccolgono per il medico, meglio è.

I farmaci o i gruppi di farmaci enumerati qui di seguito sono attualmente disponibili in molti Paesi ma hanno nomi diversi a seconda del Paese, anche se contengono gli stessi principi attivi. Taluni farmaci antiparkinsoniani, inoltre, non sono ammessi in tutti i Paesi.

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Spetta ai medici curanti (nel caso ideale un neurologo in collaborazione con il medico di famiglia) stabilire individualmente per ciascun paziente – alla luce della sintomatologia e della sua intensità – quali farmaci o combinazioni di farmaci, e in quale posologia, occorre prescrivere.

Di norma la terapia farmacologica viene avviata lentamente e a piccole dosi, poiché non tutti i pazienti denotano la stessa reazione a un determinato medicamento, e in alcuni si manifestano addirittura segni di intolleranza (ad es. allergie o gravi effetti secondari).

Una terapia farmacologica efficace è il risultato di una collaborazione intensa fra medico e paziente. Si consiglia inoltre di tenere un “diario del trattamento”: più informazioni si raccolgono per il medico, meglio è.

I farmaci o i gruppi di farmaci enumerati qui di seguito sono attualmente disponibili in molti Paesi ma hanno nomi diversi a seconda del Paese, anche se contengono gli stessi principi attivi. Taluni farmaci antiparkinsoniani, inoltre, non sono ammessi in tutti i Paesi.

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Terapie farmacologiche

Non sempre quando viene formulata la diagnosi di malattia di Parkinson occorre iniziare subito una terapia. Medico e paziente decidono insieme quando i sintomi diventano tanto gravosi da rendere necessaria la somministrazione di farmaci. Ciò dipende tra l’altro anche dalla situazione professionale, sociale o strettamente personale del malato.

Spetta ai medici curanti (nel caso ideale un neurologo in collaborazione con il medico di famiglia) stabilire individualmente per ciascun paziente – alla luce della sintomatologia e della sua intensità – quali farmaci o combinazioni di farmaci, e in quale posologia, occorre prescrivere.

Di norma la terapia farmacologica viene avviata lentamente e a piccole dosi, poiché non tutti i pazienti denotano la stessa reazione a un determinato medicamento, e in alcuni si manifestano addirittura segni di intolleranza (ad es. allergie o gravi effetti secondari).

Una terapia farmacologica efficace è il risultato di una collaborazione intensa fra medico e paziente. Si consiglia inoltre di tenere un “diario del trattamento”: più informazioni si raccolgono per il medico, meglio è.

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Infusione duodenale (PEG)

La Duodopa® in infusione duodenale tramite pompa programmabile (PEG)

Il farmaco Duodopa è una formulazione innovativa che permette di erogare la levodopa in modo continuo, direttamente a livello duodenale, sito di elezione del suo assorbimento intestinale, attraverso una gastrostomia percutanea, tramite un sondino gastro-duodenale.
Buona parte dei problemi correlati alla terapia con la levodopa è dovuta al fatto che l'unica via pratica di somministrazione è quella orale: l’acidità dell’ambiente gastrico e la competizione da parte di alcuni aminoacidi per il trasporto nel torrente circolatorio e attraverso la barriera emato-encefalica ne limitano la biodisponibilità, diminuendo la sua efficacia, che in fase avanzata di malattia dura solo solo poche ore dopo ogni somministrazione.
Questo trattamento è indicato per le persone con malattia di Parkinson, complicata da blocchi motori e non motori e movimenti involontari, che non tollerano l’infusione continua con apomorfina sottocute in pompa o che non possono essere sottoposti all’intervento di stimolazione cerebrale profonda (DBS).
In anestesia generale, viene eseguita una gastrostomia per cutanea (PEG), cioè un foro nello stomaco, attraverso cui viene inserito un sondino gastro-intestinale, la cui estremità viene sospinta oltre il piloro, nell’intestino tenue, mentre l’altra estremità, esterna, viene collegata alla pompa, che si porta appesa alla cintura.
La infusione di levodopa direttamente nel duodeno consente al paziente di mangiare quando e come vuole, poiché non vi è più competizione, a livello dello stomaco, nell’assorbimento e nel trasporto della levodopa da parte degli alimenti.
Anche se i pazienti trattati finora in Europa non sono molto numerosi, i benefici ottenuti sono veramente incoraggianti e aprono prospettive rasserenanti per molte persone, che non possono più trarre beneficio dalle terapie convenzionali e non posseggono i criteri per sottoporsi a quelle avanzate.
 

Infusione duodenale (PEG)

La Duodopa® in infusione duodenale tramite pompa programmabile (PEG)

Il farmaco Duodopa è una formulazione innovativa che permette di erogare la levodopa in modo continuo, direttamente a livello duodenale, sito di elezione del suo assorbimento intestinale, attraverso una gastrostomia percutanea, tramite un sondino gastro-duodenale.

Buona parte dei problemi correlati alla terapia con la levodopa è dovuta al fatto che l'unica via pratica di somministrazione è quella orale: l’acidità dell’ambiente gastrico e la competizione da parte di alcuni aminoacidi per il trasporto nel torrente circolatorio e attraverso la barriera emato-encefalica ne limitano la biodisponibilità, diminuendo la sua efficacia, che in fase avanzata di malattia dura solo solo poche ore dopo ogni somministrazione.

Questo trattamento è indicato per le persone con malattia di Parkinson, complicata da blocchi motori e non motori e movimenti involontari, che non tollerano l’infusione continua con apomorfina sottocute in pompa o che non possono essere sottoposti all’intervento di stimolazione cerebrale profonda (DBS).

In anestesia generale, viene eseguita una gastrostomia per cutanea (PEG), cioè un foro nello stomaco, attraverso cui viene inserito un sondino gastro-intestinale, la cui estremità viene sospinta oltre il piloro, nell’intestino tenue, mentre l’altra estremità, esterna, viene collegata alla pompa, che si porta appesa alla cintura. 

La infusione di levodopa direttamente nel duodeno consente al paziente di mangiare quando e come vuole, poiché non vi è più competizione, a livello dello stomaco, nell’assorbimento e nel trasporto della levodopa da parte degli alimenti.

Anche se i pazienti trattati finora in Europa non sono molto numerosi, i benefici ottenuti sono veramente incoraggianti e aprono prospettive rasserenanti per molte persone, che non possono più trarre beneficio dalle terapie convenzionali e non posseggono i criteri per sottoporsi a quelle avanzate.

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Infusione duodenale (PEG)

La Duodopa® in infusione duodenale tramite pompa programmabile (PEG)

Il farmaco Duodopa è una formulazione innovativa che permette di erogare la levodopa in modo continuo, direttamente a livello duodenale, sito di elezione del suo assorbimento intestinale, attraverso una gastrostomia percutanea, tramite un sondino gastro-duodenale.

Buona parte dei problemi correlati alla terapia con la levodopa è dovuta al fatto che l'unica via pratica di somministrazione è quella orale: l’acidità dell’ambiente gastrico e la competizione da parte di alcuni aminoacidi per il trasporto nel torrente circolatorio e attraverso la barriera emato-encefalica ne limitano la biodisponibilità, diminuendo la sua efficacia, che in fase avanzata di malattia dura solo solo poche ore dopo ogni somministrazione.

Questo trattamento è indicato per le persone con malattia di Parkinson, complicata da blocchi motori e non motori e movimenti involontari, che non tollerano l’infusione continua con apomorfina sottocute in pompa o che non possono essere sottoposti all’intervento di stimolazione cerebrale profonda (DBS).

In anestesia generale, viene eseguita una gastrostomia per cutanea (PEG), cioè un foro nello stomaco, attraverso cui viene inserito un sondino gastro-intestinale, la cui estremità viene sospinta oltre il piloro, nell’intestino tenue, mentre l’altra estremità, esterna, viene collegata alla pompa, che si porta appesa alla cintura. 

La infusione di levodopa direttamente nel duodeno consente al paziente di mangiare quando e come vuole, poiché non vi è più competizione, a livello dello stomaco, nell’assorbimento e nel trasporto della levodopa da parte degli alimenti.

Anche se i pazienti trattati finora in Europa non sono molto numerosi, i benefici ottenuti sono veramente incoraggianti e aprono prospettive rasserenanti per molte persone, che non possono più trarre beneficio dalle terapie convenzionali e non posseggono i criteri per sottoporsi a quelle avanzate.

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FARMACI
 
Levodopa (abbreviato: L-Dopa)
Madopar
Levodopa/Carbidopa
Sinemet
Stalevo
Inibitori della COMT
Entacapone
Comtan
Tasmar
Agonisti della dopamina
Apomorfina
Parlodel
Cabaser
Cripar (no in Italia)
Permax
Sifrol
Requip
Neupro
Pramipexolo *
Ropinirolo *
Rotigotina *
Anticolinergici
Akineton
Procyclidin
Inibitori della MAO-B
Jumexal
Selegilin-Mepha
Azilect

 

N.B.: * Importante: I farmaci di scelta sono Pramipexolo, Ropinirolo et Rotigotina